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COMUNICATO STAMPA – ANCHE L’ITALIA DEVE DIRE “STOP AL GLIFOSATO”
COMUNICATO STAMPA – ANCHE L’ITALIA DEVE DIRE “STOP AL GLIFOSATO”
Manifesto-Glifosato2
Numerose associazioni lanciano una campagna e chiedono a Governo e Parlamento di vietare l’uso del pesticida più utilizzato.
Roma, 30 luglio 2015 – AIAB e FIRAB lanciano il manifesto “Stop Glifosato” e chiedono a Governo, Ministeri competenti e Parlamento di applicare il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica, vietando definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti a base di glifosato.
Chiedono inoltre alle Regioni di rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere da qualsiasi premio le aziende che ne facciano uso evitando di premiare e promuovere “l’uso sostenibile di prodotto cancerogeno”.
Il glifosato è il pesticida più utilizzato al mondo essendo presente in 750 formulati tra i quali il Glinet® e il Roundup®, ed è il diserbante collegato alle sementi geneticamente modificate (OGM) di mais, soia e cotone il cui Dna è stato manipolato da Monsanto per resistere al suo diserbante commercializzato, appunto, sotto il nome di Roundup® e definito dalla ditta
produttrice “ecologico e biodegradabile”.
Ricordiamo che lo scorso marzo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) lo ha classificato come “probabile cancerogeno umano”. La stessa Agenzia ha dichiarato inoltre che “esistono prove convincenti in grado di dimostrarne la cancerogenicità negli animali di laboratorio….Il glifosato, inoltre, causa danno al DNA e ai cromosomi nelle
cellule umane…”
L’Italia è uno dei maggiori utilizzatori di questo pesticida, che è addirittura incluso nel Piano Agricolo Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei fitofarmaci. Questo comporta che tutti i Piani regionali per lo Sviluppo Rurale, finanziando, nella misura 10, l’agricoltura integrata e conservativa, ne premieranno l’uso. In assenza di un intervento si creerà il paradosso che il
PAN per l’uso sostenibile dei fitofarmaci, promuoverà l’uso sostenibile di un prodotto cancerogeno.
In Gran Bretagna tracce di glifosato sono state trovate nel pane di frumento integrale. “In Italia le rilevazioni si quantitativi di pesticidi contenuti negli alimenti e nelle acque vengono condotte in pochissime regioni”, avverte Vizioli, presidente di AIAB. “Una situazione Inaccettabile”.
Nel resto del mondo sono già partite da mesi azioni che applicano il principio di precauzione.
Alcuni rivenditori in Svizzera e in Germania lo hanno rimosso, la Francia si è impegnata a farlo entro il 2018 e gli stati tedeschi chiedono un divieto su scala comunitaria. L’Autorità danese per l’ambiente e il lavoro lo ha dichiarato come cancerogeno mentre paesi come El Salvador e Sri Lanka lo hanno completamente vietato e in Colombia è stata vietata
l’irrorazione aerea sulle colture di coca”.
IN ALLEGATO IL MANIFESTO “STOP GLIFOSATO” AL QUALE HANO GIA’ ADERITO:
• Associazione biodinamica italiana
• Asso-Consum
• Campagna Nazionale in difesa del latte materno dai contaminanti ambientali
• Federbio
• Forum Italiano dei movimenti per l’acqua
ISDE – Associazione Mediciper l’Ambiente
• Legambiente
• MDC – Movimento in difesa del cittadino
• Navdanya International
Nutrizionisti per l’ambiente
Per aderire al Manifesto “Stop Glifosato” scrivere a
comunicazione@aiab.it
————–
Ufficio stampa AIAB
Michela Mazzali
–
348.2652565
m.mazzali@aiab.it
http://www.aiab.it
Tumori e inquinamento: nel 2050 in Gran Bretagna non uccideranno più. È vero?
Autrice: Dott.ssa Patrizia Gentilini
Fonte: tratto da Il Fatto Quotidiano
Nel 2050 in Gran Bretagna non si morirà più di cancro: questo l’ambizioso obiettivo proclamato alcune settimane fa da alcuni ricercatori del Regno Unito ed ripreso con grande enfasi dalla stampa «Overcoming cancer in the 21st century». Secondo i ricercatori l’obiettivo varrebbe per tutti, ad eccezione degli ultaottantenni, purché si aumentassero i finanziamenti per la cura del cancro e si abbandonasse l’idea di razionare nuovi e promettenti terapie per mancanza di fondi. Lungi da me l’idea che non si debba garantire l’accesso alle terapie o che non si debba proseguire nella ricerca oncologica, ma qualche considerazione al riguardo sorge spontanea. Intanto perché considerare come grande risultato quello di “non morire” di cancro e non piuttosto quello di “non ammalarsi”? Sarebbe forse una utopia di cui non vale neppure la pena parlare? Credo proprio di no se solo riflettessimo con obiettività su quanto è stato fatto fino ad ora. (altro…)
Inquinamento, quanto ci costa?
Articolo di: Dott.ssa Patrizia Gentilini
Fonte: articolo originale tratto da Il Fatto Quotidiano
Un recentissimo articolo “Estimating Burden and Disease Costs of Exposure to Endocrine-Disrupting Chemicals in the European Union“, pubblicato su J Clin Endocrinol Metab 2015, ha quantificato i costi monetari per i danni alla salute provenienti dall’esposizione a sostanze chimiche con azione di “interferenti endocrini” nell’Unione Europea. Il termine “interferenti endocrini” (Ie), introdotto per la prima volta nel 1991, contempla tutte le sostanze che interferiscono con sintesi, secrezione, trasporto, azione, metabolismo o eliminazione degli ormoni. Il meccanismo d’azione presuppone quindi la possibilità di interferire con la capacità delle cellule di comunicare tra loro attraverso gli ormoni e vastissima è la gamma di effetti negativi per la salute che ne possono conseguire.
L’Istituto Superiore di Sanità definisce Interferente Endocrino come una “sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione”. (altro…)
Ci vuole rispetto per le bambine ed i bambini
“La protezione della salute dei bambini dagli effetti dell’inquinamento ambientale è una priorità di sanità pubblica” (Epidemiol Prev 2014;38 (2) Suppl); per questo motivo i medici hanno il dovere di pronunciarsi, per tutelare i pazienti ed i cittadini da quello che sta accadendo e che è stato definito un vero e proprio “attacco alla biosfera” o “attacco al creato” perpetrato tramite l’immissione negli ecosistemi di oltre 100000 nuove molecole chimiche, non presenti in Natura fino a 50 anni fa, derivanti per lo più dalla produzione industriale e determinanti il CARICO CHIMICO GLOBALE cui i corpi biologici sono quotidianamente sottoposti. Secondo un rapporto dell’Agenzia Americana di Protezione Ambientale (EPA) si stima che su oltre 3000 composti chimici di natura organica prodotti o importati in quantitativi superiori alle 450 tonnellate, solo per il 7% di essi erano disponibili dati di tossicità generale completi ed esaustivi (http://www.epa.gov/hpv/pubs/general/hazchem.htm).
La comunità scientifica ha riconosciuto i bambini come i soggetti più vulnerabili tra gli ESPOSTI. Ci stiamo facendo obbligo di consigliare con competenza i decisori politico amministrativi ad applicare il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE, cioè misure cautelative che prevengano il rischio anche quando questo non sia ancora quantificato. Un esempio caratteristico è il rischio derivante da composti chimici, migranti dalle plastiche, negli alimenti.
Ne parliamo perché come medici nessuno abbia a dirci: ”tu lo sapevi, e non me lo hai detto!”…
Ne parliamo perché crediamo che i cittadini debbano essere informati sui rischi certi e potenziali,
e le Istituzioni abbiano il compito di proteggerli (PRINCIPIO DI RESPONSABILITA’).
Ci atteniamo all’art 123 del regolamento REACH (CE n.1907/2006) che stabilisce che i cittadini dell’Unione Europea debbano essere informati dalle autorità sui rischi che le sostanze chimiche comportano, ai fini della tutela della salute e dell’ambiente.
Facciamo riferimento in questo documento al Progetto “Conosci, riduci, previeni” del Ministero dell’ambiente e Istituto Superiore di Sanità, al documento IBFAN alimentazione dei bambini e residui chimici, alla CONVENZIONE DI STOCCOLMA, al documento WHO UNEP 2012 “Endocrine disrupting chemicals-2012”, Istituto per lo Studio e controllo Tumori Ramazzini “possibili rischi per la salute derivanti dalla contaminazione degli alimenti per migrazione di composti dai contenitori di plastica” (Agosto 2014).
Estratto apri il testo completo in pdf ISDE definitivo(1)
ISDE
Dott Stefania Bernacchi
Dott Luciana Colombo
Campi elettromagnetici, l’appello di medici e scienziati contro l’innalzamento dei limiti
Autrice Dott.ssa Patrizia Gentilini
Tratto da Il Fatto Quotidiano: vai al link
Sta suscitando notevole dibattito in questi giorni sia nella comunità scientifica che in associazioni e comitati la possibilità che il governo modifichi- innalzandoli- i limiti attualmente in essere per la protezione della salute umana dall’esposizione a campi elettromagnetici non ionizzanti (CEM).
Al riguardo, una lettera aperta è già stata sottoscritta da numerosi ricercatori e studiosi. Il dibattito sui rischi per la salute umana da esposizione a CEM è, come in numerosi altri settori, ancora aperto e le diverse posizioni fra chi sostiene la loro innocuità e chi viceversa li considera fonte indubbia di pericolo si fondano su considerazioni e studi scientifici che bene e spesso giungono a conclusioni diametralmente opposte, ingenerando inevitabilmente confusione in chi vorrebbe capire come stanno davvero le cose. (altro…)
Agricoltura: a proposito dei danni da pesticidi
Autrice Dott.ssa Patrizia Gentilini
Tratto da Il Fatto Quotidiano – vai al link dell’articolo originale
Alimentazione e sicurezza alimentare, anche grazie ad Expo, sono argomenti di estrema attualità: correlati a questi temi sono usciti in questi giorni due comunicati stampa di particolare rilievo in quanto affrontano i rischi per la salute e l’ambiente rappresentati dall’utilizzo di pesticidi in agricoltura.
Il primo, datato 30 gennaio u.s. ed inviato alle Autorità competenti, è dell’Associazione dei Medici per l’Ambiente ed affronta il tema delle deroghe per l’utilizzo di principi attivi già messi al bando per la loro pericolosità. Il problema è di estrema attualità in quanto in questi giorni, ad esempio, la Regione Veneto sta valutando se concedere deroghe per 26 sostanze: si pensi che ben 598 sono i pesticidi già autorizzati in deroga nel nostro Paese fino al 31 Maggio 2015. Si ricorda anche che l’ultimo rapporto Ispra sui pesticidi nelle acque italiane evidenzia una “ampia diffusione della contaminazione” ed il rilevamento di ben “175 sostanze diverse, un numero più elevato degli anni precedenti”. Nel suddetto rapporto viene trattato, come in passato, il tema delle miscele di sostanze e vi si afferma che “la valutazione di rischio, infatti, nello schema tradizionale considera gli effetti delle singole sostanze, e non tiene conto dei possibili effetti delle miscele che possono essere presenti nell’ambiente. C’è la consapevolezza, sia a livello scientifico, sia nei consessi regolatori, che il rischio derivante dalle sostanze chimiche sia attualmente sottostimato e si impone una particolare cautela anche verso i livelli di contaminazione più bassi.” (altro…)
APPELLO PER LA DIFESA DELLA SALUTE DALLE RADIAZIONI A RADIOFREQUENZA E MICROONDE
APPELLO PER LA DIFESA DELLA SALUTE DALLE RADIAZIONI A RADIOFREQUENZA E MICROONDE Lettera aperta della Task Force sui Campi Elettromagnetici
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi
Al Presidente del Senato Pietro Grasso
Al Presidente della Camera Laura Boldrini Ai Deputati e Senatori del Parlamento Italiano
Ai Deputati italiani al Parlamento Europeo
Ai Presidenti delle Regioni
E p.c.:
Al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella
Al Presidente dell’ANCI
Oggetto: Diffida a non attuare il rilassamento dei livelli di protezione della popolazione dai campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde.
Illustrissimi, avendo appreso delle intenzioni del Consiglio dei Ministri di procedere a breve alla approvazione di due provvedimenti sulla “Strategia per la banda ultralarga” e la “Crescita digitale”, in cui sono contenuti i propositi di innalzare i limiti elettromagnetici attualmente in vigore nel nostro Paese nonché di diffondere la tecnologia Wi-Fi nei luoghi pubblici, in particolare scuole, ospedali e uffici, i sottoscritti medici, fisici, biologi, ingegneri e ricercatori, rappresentanti politici, rappresentanti di associazioni, di comitati legalmente costituiti e di fondazioni, con la presente denunciano i gravissimi rischi per la salute e per l’ambiente connessi all’esposizione crescente a campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde che sono emessi da cellulari, tablet, smartphone, computer collegati in reti senza fili, antenne Wi-Fi, Wi-Max, radar, ripetitori della radiofonia, della radiotelevisione e della telefonia mobile DECT, GSM, UMTS e LTE (4G). Le emissioni elettromagnetiche di questi dispositivi di telecomunicazione vanno a sommarsi ad altre fonti di inquinamento elettromagnetico di bassa frequenza, come quella connessa alla trasformazione, al trasporto e all’uso dell’energia elettrica. La diffusione pressoché ubiquitaria di tali strumenti per le telecomunicazioni nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro, nelle università, nelle scuole, negli ospedali e nei luoghi dove si trascorre il tempo libero, non solo è irrazionale perché potrebbe essere sostituita da connessioni via cavo, più efficienti e sostenibili, ma comporta seri danni alla salute nonché gravi rischi per la specie Umana, compromettendo
- la capacità riproduttiva,
- le capacità neuro-cognitive
- e la conservazione del genoma.
INQUINAMENTO E TUMORI, MA DAVVERO AMMALARSI E’ SOLO SFORTUNA ?
Articolo tratto dal Fatto Quotidiano vai al sito
Di recente ha trovato ampio spazio sulla stampa italiana e sui media in generale un articolo di due ricercatori pubblicato su una prestigiosa rivista (Science) nel quale si sosteneva che il cancro è dovuto essenzialmente alla sfortuna (“bad luck”). Verrebbe spontaneo rispondere che certamente nascere in prossimità di siti inquinati, essere esposti a pesticidi, emissioni di inceneritori, centrali a carbone, acciaierie o altre amenità è certamente “una sfortuna”, ma non era questo che intendevano gli Autori né tantomeno i media che con grande risalto hanno ripreso la notizia.
Infatti il messaggio arrivato al grande pubblico è che la principale causa del cancro è la casualità, ovvero “la sfortuna” e che pertanto politiche di prevenzione primaria, riduzione dell’inquinamento o idonee scelte di vita, non siano poi più di tanto importanti. (altro…)